Chi può operare negli spazi confinati? Requisiti di legge e competenze richieste

Regole su come operare in spazi confinati

Gli spazi confinati rappresentano ambienti lavorativi caratterizzati da un accesso limitato e da condizioni potenzialmente pericolose per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Si tratta di luoghi non progettati per una presenza umana continuativa ma che, per esigenze operative, possono richiedere interventi da parte di personale specializzato. Tra gli esempi più comuni si possono citare silos, serbatoi, cisterne, condotte, pozzi, vasche e ambienti sotterranei.

La normativa italiana stabilisce criteri precisi per determinare chi può accedere e operare all’interno di questi spazi, con l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi legati alla presenza di gas nocivi, mancanza di ossigeno, incendi, esplosioni o difficoltà di evacuazione.

In questa guida verranno approfonditi i requisiti di legge, le competenze richieste e le responsabilità delle diverse figure coinvolte, offrendo una panoramica completa per chi desidera comprendere le dinamiche operative e normative legate agli spazi confinati.

Definizione di spazio confinato e riferimenti normativi essenziali

Per comprendere chi può operare in uno spazio confinato è innanzitutto necessario chiarire cosa si intende per tale ambiente e quali sono le norme che ne regolano l’accesso e le attività

Cosa si intende per spazio confinato secondo la normativa italiana

La definizione di spazio confinato non è univoca ma si basa su una serie di caratteristiche strutturali e ambientali.

Si tratta di ambienti limitati in cui l’accesso è ristretto e dove, per motivi legati alla conformazione o alla destinazione d’uso, possono essere presenti rischi rilevanti per la salute dei lavoratori.

La normativa non fornisce un elenco esaustivo degli spazi confinati ma individua condizioni tipiche come la scarsa ventilazione, la possibilità di accumulo di sostanze pericolose e la difficoltà nei soccorsi in caso di emergenza.

Il Decreto del Presidente della Repubblica 177/2011 fornisce il principale riferimento normativo per le attività svolte negli spazi confinati o ambienti sospetti di inquinamento.

Esso si applica sia ai datori di lavoro che ai lavoratori e impone requisiti specifici in termini di formazione, esperienza, procedure di emergenza e dotazione di dispositivi di protezione individuale.

Il ruolo del D.P.R. 177/2011 nella regolamentazione delle attività

Il D.P.R. 177/2011 ha introdotto una disciplina specifica per tutte le imprese e i lavoratori autonomi che svolgono attività in ambienti confinati.

Il decreto stabilisce che possono operare in tali contesti solo le imprese in possesso di determinati requisiti tecnico-professionali e con personale adeguatamente formato.

È obbligatoria l’adozione di procedure di lavoro sicure, nonché la disponibilità di attrezzature e DPI idonei alle condizioni operative.

Inoltre, il decreto impone l’obbligo di cooperazione tra committente e appaltatore attraverso il coordinamento delle misure di prevenzione, l’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e la definizione di un piano di emergenza dettagliato.

L’obiettivo è garantire la massima sicurezza anche nelle fasi preliminari e durante le attività occasionali.

Altri riferimenti legislativi rilevanti

Oltre al D.P.R. 177/2011, altri strumenti normativi contribuiscono alla regolamentazione delle attività negli spazi confinati.

Il Decreto Legislativo 81/2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza, fornisce il quadro generale in materia di tutela della salute nei luoghi di lavoro. In particolare, impone l’obbligo di valutare tutti i rischi presenti, compresi quelli derivanti da atmosfere pericolose e spazi limitati.

Sono inoltre rilevanti le norme tecniche come la UNI 11719 e la UNI EN 689 che trattano la gestione dell’esposizione a sostanze pericolose e i metodi di valutazione dell’ambiente di lavoro.

Tali norme aiutano i professionisti a identificare i pericoli specifici e ad adottare soluzioni tecniche efficaci per prevenirli.

Requisiti e competenze obbligatorie per lavorare in ambienti confinati

Operare in uno spazio confinato non è consentito a chiunque.

La legge stabilisce criteri stringenti riguardo all’addestramento, all’esperienza pregressa e all’idoneità fisica dei lavoratori

Formazione teorico-pratica e aggiornamento periodico

Uno dei requisiti imprescindibili per operare negli spazi confinati è la formazione specifica.

I lavoratori devono partecipare a corsi teorico-pratici che affrontano tematiche come il riconoscimento dei rischi tipici, l’uso corretto dei dispositivi di protezione, le tecniche di ingresso e uscita in sicurezza e la gestione delle emergenze.

La formazione deve essere svolta da enti qualificati e prevedere esercitazioni pratiche con simulazioni realistiche.

Il D.P.R. 177/2011 stabilisce inoltre l’obbligo di aggiornamento periodico della formazione, con particolare attenzione alle novità normative e alle esperienze acquisite sul campo.

Solo i lavoratori formati possono essere designati per operare in ambienti confinati.

Esperienza pregressa e capacità operative specifiche

Oltre alla formazione, è necessario che il lavoratore abbia maturato una specifica esperienza nel settore.

Il decreto richiede che le imprese e i lavoratori autonomi abbiano svolto, nei dodici mesi precedenti, attività analoghe in ambienti confinati, documentando le competenze acquisite.

L’esperienza operativa è fondamentale per sviluppare capacità decisionali rapide, valutare correttamente i segnali di pericolo e adottare comportamenti adeguati in situazioni critiche.

Anche il committente ha l’obbligo di verificare l’idoneità professionale degli operatori prima dell’inizio dei lavori.

Idoneità sanitaria e condizioni psicofisiche del lavoratore

I lavoratori devono essere sottoposti a visita medica da parte del medico competente per accertare l’idoneità psicofisica allo svolgimento di mansioni in spazi confinati.

Tale idoneità non può essere generica ma deve essere espressamente riferita ai rischi specifici delle attività previste.

La sorveglianza sanitaria serve a individuare eventuali limitazioni, come problemi respiratori, claustrofobia o patologie cardiovascolari, che potrebbero compromettere la sicurezza del lavoratore e del gruppo.

L’idoneità deve essere verificata periodicamente e aggiornata in base all’evoluzione delle condizioni fisiche del lavoratore.

Ruoli e responsabilità delle figure coinvolte nelle attività in spazi confinati

Le operazioni in ambienti confinati richiedono il coordinamento tra diverse figure, ognuna delle quali ha compiti specifici e responsabilità ben definite in ambito normativo

Il datore di lavoro e l’obbligo di predisporre misure di sicurezza

Il datore di lavoro ha la responsabilità principale nella gestione della sicurezza negli ambienti confinati.

Egli deve redigere il Documento di Valutazione dei Rischi specifico, predisporre procedure operative sicure, garantire la disponibilità di attrezzature idonee e assicurare che il personale sia formato e informato.

Inoltre, il datore di lavoro deve prevedere un piano di emergenza dettagliato, con l’indicazione dei percorsi di uscita, delle attrezzature di soccorso e delle modalità di comunicazione in caso di pericolo.

Tutte le attività devono essere supervisionate per verificare la corretta applicazione delle misure previste.

Il preposto e il controllo delle attività operative

Il preposto è la figura incaricata di vigilare sul rispetto delle regole durante le attività.

Egli ha il compito di controllare che i lavoratori utilizzino correttamente i DPI, che seguano le procedure stabilite e che segnalino eventuali situazioni di pericolo.

Il preposto deve essere presente durante le fasi critiche dell’intervento, come l’ingresso e l’uscita dallo spazio confinato, e deve essere pronto a interrompere le operazioni in caso di condizioni sfavorevoli.

La sua funzione è cruciale per garantire che le misure preventive non restino solo teoriche ma siano effettivamente applicate.

Gli addetti al soccorso e la gestione delle emergenze

Le attività in ambienti confinati devono sempre prevedere la presenza di personale addestrato per il soccorso in emergenza.

Gli addetti al soccorso devono essere in grado di intervenire rapidamente in caso di malore, perdita di conoscenza o incidente, utilizzando le attrezzature previste dal piano di emergenza.

Essi devono essere formati sull’utilizzo di autorespiratori, sistemi di recupero verticale, barelle speciali e tecniche di primo soccorso.

La tempestività dell’intervento è essenziale per evitare conseguenze gravi. Il committente e l’impresa esecutrice devono assicurarsi che il team di soccorso sia sempre operativo durante lo svolgimento delle attività.

Hai capito chi può operare negli spazi confinati secondo la legge?

Operare negli spazi confinati comporta rischi elevati che richiedono attenzione, competenza e preparazione.

La normativa italiana stabilisce criteri rigorosi per autorizzare l’accesso a questi ambienti, imponendo requisiti di formazione, esperienza, idoneità fisica e organizzazione del lavoro.

Il rispetto di tali requisiti non solo è obbligatorio per legge ma costituisce un presupposto essenziale per garantire la sicurezza dei lavoratori e la corretta esecuzione delle attività.

Attraverso una pianificazione accurata, un’attenta valutazione dei rischi e un coinvolgimento attivo di tutte le figure responsabili, è possibile ridurre significativamente i pericoli e operare in modo conforme e sicuro anche in contesti ad alto rischio come gli spazi confinati.

Fonte ufficiale delle informazioni: https://www.pegasoanticaduta.it/cosa-sono-gli-spazi-confinati-e-gli-ambienti-confinati/

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