Holy Spider: storia vera, come finisce, spiegazione finale
Holy Spider è film diretto da Ali Abbasi, del 2022, basato su una storia vera. Precisamente, la pellicola racconta la storia legata agli omicidi commessi da Saeed Hanaei, serial killer iraniano. La trama prende inizio nel 2001, in Iran. Nella città di Mashhad, Saeed Hanaei è un padre di famiglia, che lavora come operaio edile. Veterano della guerra contro l’Iraq, l’uomo esce nella notte per adescare prostitute e ucciderle, strangolandole con il velo. Saeed è convinto che siano delle peccatrici. Rahimi, giornalista che arriva dalla capitale, inizia a indagare sugli omicidi e si contra con i pregiudizi del posto e l’indifferenza della polizia. Rahimi collabora con il reporter Sharifi, mentre la notizia della presenza di questo serial killer si diffonde.
Holy Spider: qual è la storia vera di Saeed Hanaei?
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Il film Holy Spider è basato sulla storia vera di Saeed Hanaei. Quest’ultimo è stato un serial killer che ha preso di mira le prostitute nella città di Mashhad, uccidendole con il loro stesso velo. In totale, l’uomo ha assassino 16 donne in un anno, precisamente tra il 2000 e il 2001. La giornalista Rahimi, invece, pare sia un personaggio immaginario, creato per realizzare al meglio questo thriller poliziesco, raccontando così tutte le sfumature delle indagini, svolte in Iran. Nell’aprile del 2002, Saeed è stato giustiziato. Il suo caso è stato uno dei più controversi e misteriosi nella storia giudiziaria dell’Iran, dopo la rivoluzione islamica, e ancora oggi aleggiano dei dubbi.
Il film porta alla luce varie tematiche riguardanti la realtà iraniana, portando l’attenzione anche sulle reazioni avute dai cittadini. In particolare, la pellicola rappresenta un riflesso della posizione delle donne iraniane nella società, svelando le loro difficoltà. Il film, però, non è un documentario, dunque non è tutto basato su eventi reali. La moglie di Hanaei, Fatemeh, ha confessato che il vero motivo per cui sono iniziati i crimini riguardano un incidente avvenuto tra lei e un tassista di notte. Quest’ultimo avrebbe cercato di imporsi, pensando che lei fosse una prostituta. Dopo l’accaduto, Hanai ha deciso di punire l’autista.
Secondo le dichiarazioni di Fatemeh, suo marito ha iniziato a prendere di mira i conducenti maschi. Non riuscendo ad avere la meglio con loro, ha puntato la sua attenzione sulle prostitute. Oltre ad averlo condannato a morte, il tribunale ha deciso di punirlo prima con 173 frustate per 13 casi di adulterio e 4 anni di reclusione per furto e uso di documenti falsi. Dal momento del suo arresto, Saeed Hanaei ha giustificato le sue azioni presentandosi come una persona religiosa.
Dove vedere il film Holy Spider?
Holy Spider: riassunto della trama
La trama di Holy Spider inizia con la giornalista Arezoo Rahimi che arriva da Teheran nella città di Mashhad, per indagare su un serial killer. Quest’ultimo prende di mira le prostitute di strada del posto, dipendenti dalla droga. Dai media l’assassino viene soprannominato Spider Killer. L’uomo segue uno schema ben preciso per far salire le sue vittime sulla sua motocicletta, con cui le porta in un appartamento. Qui le uccide strangolandole con i loro veli e poi si sbarazza dei corpi, posizionandoli in zone desolate nella periferia della città. Per scoprire la verità sull’assassino, Rahimi collabora con Sharifi.
Quest’ultimo è stato in contatto con il serial killer, che si chiama Saeed Azimi, essendo stato scelto proprio da lui come addetto stampa. Per giustificare le terribili azioni, l’assassino dichiara che il suo scopo è quello di purificare la città in nome dell’Imam Reza. Sposato con tre figli, Saeed è un operaio edile e veterano della guerra Iran-Iraq. Rahimi e Sharifi arrivano a capire lo schema usato dall’assassino con le sue vittime. Così, Rahimi si finge una prostituta e sale a bordo della sua moto, mentre Sharifi li segue in auto. Nei vicoli della città li perde di vista, ma fortunatamente la giornalista ha con sé un coltellino e un registratore.
Come finisce Holy Spider: spiegazione del finale
Verso il finale di Holy Spidder, Rahimi riesce a fuggire e a recarsi dalla polizia con le prove. Ed ecco che qualche giorno dopo Saeed viene arrestato. Il caso finisce in tribunale, ma l’assassino ottiene un enorme sostegno pubblico. Nel tempo rafforza le sue giustificazioni religiose e si fa intervistare da Rahimi in prigione. Qui confessa di aver ucciso 16 donne e dichiara che lei sarebbe dovuta essere la sua 17esima vittima. Il giorno dopo, Saeed viene dichiarato colpevole e condannato a 100 frustate e alla morte. Intanto, l’assassino riceve la visita del suo suocero Haji e del suo avvocato, i quali gli assicurano che riusciranno a evitare la condanna a morte facendolo fuggire di nascosto.
Arriva quel giorno e a Saeed vengono risparmiate le 100 frustate, ma non la condanna a morte. Infatti, viene portato nella camera delle esecuzioni e va in panico quando capisce che nessuno arriverà a salvarlo. Così nel finale, Saeed viene giustiziato con l’impiccagione. A questo punto, Rahimi torna a Teheran e, prima di salite sull’autobus, saluta Sharifi. Holy Spider finisce con la giornalista che, durante il viaggio, riguarda le prove raccolte e punta l’attenzione sull’intervista fatta al figlio di Saeed, Ali, il quale parla del padre con orgoglio.