21 Novembre 2024
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Briganti serie TV, storia vera: chi erano Filomena Pennacchio e Giuseppe Schiavone

Ultimo aggiornamento 24 Aprile 2024 9:10 am by Redazione

Briganti è la serie TV italiana con Michela De Rossi disponibile su Netflix dal 24 aprile 2024. La trama è ambientata nel Sud Italia ed è liberamente ispirata a persone che sono davvero esistite, come Filomena Pennacchio e Giuseppe Schiavone alias lo Sparviero. Stiamo parlando di uomini e donne vissuti ai margini della società, per loro stessa decisione. Queste persone si sono ribellate e hanno cercato una via d’uscita dalla loro condizione di povertà. Tra questi c’era appunto Filomena Pennacchio, la quale è stata una nota brigantessa campana. La sua storia d’amore con il brigante Giuseppe Caruso ha ispirato la serie su Netflix. Tra i volti davvero esistiti c’è Maria Oliviero, la brigantessa nota come Ciccilla.

Briganti, chi erano Filomena Pennacchio e Giuseppe Schiavone

Nella serie TV Briganti su Netflix viene affrontato il tema storico degli scontri tra briganti e Stato. Ma chi era davvero Filomena Pennacchio? Nata a San Sossio Baronia il 6 novembre 1841, è stata una brigante italiana, tra le più conosciute. Figlia di Giuseppe, un macellaio, di Vincenza Bucci, da piccola ha lavorato come sguattera di notabili per aiutare la sua famiglia. Rimasta orfana da piccola, nel 1862 ha conosciuto Giuseppe Schiavone, il quale era già un famoso brigante di Sant’Agata di Puglia, conosciuto anche come lo Sparviero. Quest’ultimo l’ha catturata e l’ha inserita nella sua banda. Tra Filomena e Giuseppe è nata una storia d’amore. Intanto, Pennacchio si è distinta per il suo temperamento deciso, prendendo parte a varie imboscate.

Ammirata e rispettata, a 21 anni ha messo a segno il primo colpo contro Lucia Cataldo, una donna che non aveva consegnato a Schiavone denaro e oro. Davanti a lei, con freddezza, Filomena ha sgozzato un bue ed è andata via. Nel 1863, il 4 luglio, a Sferracavallo ha partecipato all’uccisione di 10 soldati italiani della 1° Compagnia del 45° fanteria, con Schiavone, Michela Caruso, Teodoro Ricciardelli e altri uomini. Purtroppo Filomena è rimasta sola e incinta, in quanto Schiavone è stato giustiziato. Quest’ultimo è stato tradito da Rosa Giuliani, che non accettava la sua relazione con Filomena.

Per questo, Schiavone è morto fucilato dai militari italiani il 28 novembre 1864. Rosa aveva svelato al delegato di Candela il nascondiglio dove si trovava Giuseppe con la sua banda. Sono stati così catturati dalle truppe sabaude e portati a Melfi. Filomena non si trovava lì in quel momento, ma era nascosta nella casa della levatrice Angela Battista Prato. Dopo la morte di Schiavone, la brigantessa si è arresa e ha collaborato con le autorità, causando l’arresto di Agostino Sacchitiello di Bisaccia e della sua banda. Filomena, dopo aver partorito suo figlio a cui il sindaco Vincenzo Mandina ha dato il cognome Prigioniero, è stata arrestata a 23 anni.

Nel carcere di Potenza sono state scattate due foto: in una è sola, mentre nell’altra posa con Giuseppina Vitale e Maria Giovanna Tito, arrestate proprio tramite le sue confessioni. Filomena è stata condannata a 20 anni di lavori forzati nel carcere duro delle Fenestrelle, ridotti per buona condotta prima a 9 e poi a 7. Accolta dalle suore dell’Opera Pia Barolo di Torino, Filomena ha scontato la sua condanna ed è uscita di prigione. Il 10 aprile 1883 ha sposato Antonio Maria Valperga, un uomo facoltoso di Torino, più giovane di lei. Ha dedicato la sua vita aiutando orfani, carcerati e poveri. Per questo il parroco della chiesa di Nostra Signora delle Grazie ha fatto sì Papa Benedetto XV le impartisse la benizione Papale. Filomena è morta il 17 febbraio 1915.

La storia d’amore di Filomena Pennacchio e Giuseppe Schiavone

Filomena e Giuseppe si sono conosciuti nel 1862 e insieme hanno dato vita a vari missioni da briganti. Tra loro è nato un amore profondo, mai accettato da Rosa Giuliani, la quale era innamorata di Schiavone. Pertanto, la gelosia l’ha portata a rivelare al delegato di Candela il luogo in cui Giuseppe si era nascosto con alcuni dei suoi uomini. Mentre Filomena, incinta, si trovava nascosta a casa della levatrice Angela Battista Prato, ecco che Schiavone è stato catturato e condannato a morte. Prima di essere giustiziato, Giuseppe ha chiesto di rivedere Filomena per l’ultima volta. Durante questo ultimo incontro, Schiavone si è inginocchiato e poi l’ha baciata, chiedendole perdono. La mattina del 28 novembre 1864, Giuseppe è stato ucciso dai militari italiani. Sebbene fosse un brigante, Schiavone è ricordato come uno dei meno feroci, che spesso si è opposto alle violenze che i suoi compagni infliggevano ai nemici. Inoltre, non ha mai partecipato a uccisioni e sequestri.

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