La legge di Lidia Poët storia vera: la battaglia della prima avvocata
Arriva su Netflix la serie TV La legge di Lidia Poët, con una trama basata su una storia vera. Sì, perché Lidia Poët è davvero esistita e ha realmente combattuto per i suoi diritti. A vestire i panni di questa grande protagonista del mondo del lavoro italiano ci pensa l’attrice Matilda De Angelis. Nel corso dei sei episodi di questa nuova serie TV basata su una storia vera, gli spettatori Netflix avranno modo di scoprire la vita di questa giovane laureata in giurisprudenza che sogna di diventare la prima avvocata d’Italia. Lidia Poët viene, però, ostacolata da un mondo maschilista che nega alle donne la possibilità di esercitare la propria professione. Per questo, si ritrova a dover lavorare nello studio del fratello. Intanto, la protagonista de La legge di Lidia Poët prepara il ricorso che ha dichiarato illegittima la sua iscrizione all’albo degli avvocati con la sentenza della Corte d’Appello di Torino.
La storia vera de La legge di Lidia Poët: cosa è accaduto nella realtà
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La legge di Lidia Poët è ispirata a una storia vera, quella di Lidia Poët, nata nel 1855 e morta nel 1949. Il suo caso è diventato un vero e proprio dibattito in tutta Italia, con il Procuratore del Re che sosteneva che una donna non potesse esercitare l’avvocatura. Lidia è nata nel 1855 da una famiglia benestante e trascorre gran parte della sua infanzia vicino alla città di Torino, precisamente a Val Germanasca. Dopo aver ottenuto una patente di Maestra Superiore Normale, una patente di inglese, tedesco, francese e dopo gli studi in Svizzera, si è iscritta alla facoltà di legge dell’Università degli studi di Torino.
Lidia Poët si è così laureata in Giurisprudenza, preparando una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne. Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi, fino a quando la giovane non ha iniziato la pratica legale a Pinerolo. Qui supera l’esame con un voto eccellente, che ha preceduto l’esame di abilitazione alla professione forense. La storia vera di Lidia Poët racconta che a questo punto la donna ha chiesto l’iscrizione all’Ordine degli avvocati e procuratori di Torino.
La legge di Lidia Poët: l’inizio della battaglia
Da quando ha fatto la sua richiesta di iscrizione, Lidia Poët si è ritrovata ad affrontare vari ostacoli. Nonostante questo, la sua richiesta è stata in seguito approvata e il 9 agosto del 1883 è diventata la prima avvocata d’Italia. Il Procuratore generale del Regno, però, ha deciso di sottoporre la decisione dell’Ordine degli avvocati alla Corte d’Appello di Torino. L’11 novembre di quello stesso anno la Corte ha ordinato la cancellazione dell’avvocatessa dall’albo. Il motivo? L’avvocatura doveva essere un settore lavorativo riservato solo agli uomini. Un concetto terribile, che vedeva la donna troppo debole per affrontare la concorrenza con gli uomini.
Per fortuna sono esistite donne come Lidia Poët, che non si sono fermate a questo. Grazie al sostegno di suo fratello Giovanni Enrico, nonostante tutto, la protagonista della serie TV Netflix con Matilda De Angelis nella realtà ha continuato a esercitare la sua professione. Infatti, Lidia ha continuato a lavorare nello studio del fratello. Non le era, però, consentito il patrocinio di avvocati. Sebbene non fosse più riconosciuta come un avvocato, Lidia è andata avanti per la sua strada occupandosi dei diritti delle donne e degli emarginati. Dopo l’entrata in vigore della legge 1799 che consentiva alle donne di accedere ad alcuni uffici pubblici, finalmente l’avvocatessa nel 1920 è riuscita a iscriversi all’Albo degli avvocati di Torino. Senza mai essersi sposata, Lidia Poët è morta all’età di 93 anni nel 1949 a Diano Marina.