5 Luglio 2024
Storie vere

L’assedio di Waco storia vera: Koresh, setta, morti e controversie

L’assedio di Waco è un fatto realmente accaduto negli Stati Uniti nel 1993 che durò ben 50 giorni. Precisamente prese inizio il 28 febbraio e si conclude il 19 aprie dello stesso anno con l’incendio del ranch di Waco in Texas. Qui aveva la sua sede la setta religiosa dei davidiani. Si contarono a causa dell’assedio 82 morti, tra cui più di 20 bambini e due donne incinte. Perse la vita anche il leader di questa organizzazione, David Koresh (presudonimo di Vernon Howell). Da quest’ultimo deriva il nome della setta. Su Netflix il 22 marzo 2023 arriva la nuova docuserie L’assedio di Waco, attraverso la quale è possibile fare una ricostruzione del terribile accaduto.

Storia de L’assedio di Waco in breve: come tutto iniziò

La setta religiosa dei davidiani viveva su una collina chiamata Mount Carmel, precisamente a Nord-Est della cittadina di Waco. E proprio qui che nacque la setta nel lontano 1955. A crearla furono Benjamin e Lois Roden, ma in seguito ci fu una scissione in due fazioni. Ognuna di essere pretendeva di avere la collina e il ranch. Coloro che si insediarono sulla collina erano guidati da George Roden, il quale decise di cacciare via dal ranch l’altra fazione fedele a David Koresh. Ci fu una vera e propria guerra tra le due fazioni, tra accuse e confronti armati. A detta di Koresh, George si sarebbe macchiato di atti sacrileghi nel 1987 sul cadavere di un’esponente morta della setta, Anna Hughes.

Il leader avrebbe anche cercato di entrare all’interno della cappella sulla collina, trovandosi di fronte a Roden armato, il quale avrebbe iniziato a sparare anche contro coloro che si trovavano con lo sceriffo locale, intanto giunti sul posto. George fu così arrestato e condannato l’anno dopo. In questo modo, Koresh riuscì a impossessarsi in modo legale del ranch e pagò i debiti della comunità. Roden commise un omicidio in carcere, quando ricevette la visita di un davidiano. Per questo, venne rinchiuso in un manicomio.

L’assedio di Woca: gli Stati Uniti indagano su Koresh

Koresh andò avanti per la sua strada e rivelava ai suoi fedeli di aver ricevuto un messaggio direttamente da Dio: solo lui avrebbe potuto procreare una stirpe e far nascere la Casa di Davide. Pertanto, le donne – anche quelle sposate si ritrovarono a dividersi dal marito – si resero disponibili ad aiutarlo a realizzare questo disegno divino. Nel 1993 il governo degli Stati Uniti non se ne restò con le mani in mano e iniziò a indagare sul leader dei davidiani e su cosa stesse accadendo in quel ranch. Attraverso i dettagli rivelati da chi lasciò la setta sulle armi in possesso di Koresh. Tra indagini su abuso di alcol, possesso illegale di armi, uso di droga, pedofilia e altri reali si prese la decisione di perquisire il posto.

Il 28 1993 gli agenti dell’ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms – ente dipendente dal Governo Federale) tentarono di perquisire diversi edifici dove si trovavano i davidiani. In particolare, si andava alla ricerca di materiale esplosivo e armi in un arsenale della setta. Nacque, però, uno scontro a fuoco tra gli agenti e i fedeli di Koresh, durante il quale morirono 4 federali e 6 davidiani. Gli agenti sopravvissuti fuggirono e l’FBI, venendo a conoscenza della sparatoria, fecero scattare l’assedio solo qualche ora dopo.

Il corso dell’Assedio di Waco

Un assedio durato 50 giorni. Con il Posse Comitatus Actdel 1878 i federali non potrebbero intervenire nelle risoluzioni dei conflitti sul diritto privato. Vi sono, però, delle eccezioni legali in caso di emergenza. Clinton applicò questo nel caso di Waco. Con veicoli corazzati e carri armati pesanti, gli agenti esperti dell’FBI e della Delta Force il 19 aprile 1993 circondarono la setta, lasciando i davidiani senza alcuna via di fuga. Scoppiò un incendio e gli agenti non avevano nulla a disposizione per spegnerlo. Pertanto si ritrovarono a osservare il rogo che intrappolò tutte quelle persone.

Koresh e diversi suoi felici di suicidarono a colpi di rivolterra. Più di 60 furono invece le persone che morirono a causa delle fiamme, tra cui circa 20 bambini. Nessun federale rimase ucciso. La setta possedeva 305 armi automatiche.

Polemiche sull’Assedio di Woca

Ci furono delle polemiche per via di questo assedio. In particolare, si è sottolineato negli anni l’utilizzo da parte dell’FBI di un alto numero di granate contenenti gas CS, altamente infiammabile ed esplosivo. E, in effetti, il successo utilizzo di dispositivi incendiari causarono l’esplosione. Molti cadaveri recuperati dopo l’assalto presentavano dosi letali di cianuri, prodotto appunto della combustione del gas CS. In tutto 75 membri della setta persero la vita. Il direttore dell’FBI, Louis Freeh, nel 1999 affermò che le bombe lacrimogene avevano come obbiettivo il bunker sotterraneo di cemento e non edifici in legno. Pare, però, che rimbalzarono finendo in un campo aperto.

Le sue parole non servirono a molto, in quanto le proteste che accusavano il governo di Clinton di strage di Stato, con colpevole il ministro della Giustizia Janet Wood Reno. Quest’ultima fu accusata di aver depistato le indagini. Fino a quel momento l’FBI aveva parlato di un incendio appiccato dagli stessi davidiani all’interno del ranch per provocare un suicidio di massa.

La situazione si complicò ancora di più per il governo quando si parlò della presunta scomparsa di 3 cartelle di documenti riguardanti quanto accaduto a Waco dall’ufficio di quello che all’epoca era vicedirettore della Casa Bianca, Vince Foster. Quest’ultimo si suicidò nel 1993 e vennero aperte tre inchieste federali. E anche in questo caso non mancarono accuse complottiste rivolte alla presidenza.

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