21 Novembre 2024
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Chi è Alex Schwazer: età, moglie, figli, cosa fa oggi e caso doping

Ultimo aggiornamento 10 Settembre 2023 12:36 pm by Redazione

Alex Schwazer è un concorrente del Grande Fratello 2023, noto per essere un marciatore italiano campione olimpico della 50 km a Pechino nel 2008. La sua storia è molto conosciuta, in particolare perché è stato squalificato per doping fino al 2024. Il suo caso ha fatto il giro del mondo e ha modo di parlarne oggi nella Casa di Cinecittà, dopo aver scritto il libro Oltre il traguardo e girato un documentario su Netflix. Ma vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Alex.

Alex Schwazer origini: padre, madre, fratello ed età

Alex Schwazer è nato il 26 dicembre 1984 a Vipiteno e ha 39 anni. I suoi genitori sono Maria Luisa Brunner Schwazer e Josef Schwazer. Inoltre, ha un fratello che si chiama Oliver. Ha iniziato a praticare atletica leggera a soli 15 anni. Si è dedicato anche al ciclismo, per poi tornare a concentrarsi sulla marcia. Fino all’anno 2012 ha gareggiato per il Centro Sportivo Carabinieri, la cui sede di atletica leggera è situata a Bologna, ed è stato allenato da Michele Didoni.

Cosa fa per vivere oggi Alex Schwazer?

Qual è il lavoro di Alex Schwazer oggi? L’atleta continua a far parte del mondo dello sport, come allenatore di podisti dilettanti. Si dedica a questa attività tutti i giorni. Ha annunciato di voler iniziare questa carriera nel 2016, generando delle polemiche.

Alex Schwazer vita privata: chi è la moglie e i figli

Come è noto per circa cinque anni Alex Schwazer ha avuto una relazione con Carolina Kostener. L’atleta e la pattinatrice sono stati legati sentimentalmente dal 2007 al 2012. Nel 2016 ha iniziato una relazione con Kathrin Freund, diventata sua moglie nel 2019. I due, infatti, si sono sposati il 7 settembre 2019. Insieme hanno avuto due figli, un maschio e una femmina.

Alex Schwazer: il caso doping

La prima positività al doping di Alex Schwazer è stata individuata il 6 agosto 2012, precisamente all’eritropoietina ricombinante. È stato così escluso dal CONI dalla squadra della 50 km di marcia dei Giochi olimpici dell’11 agosto. Il giorno dopo, il CONI l’ha sospeso dopo la richiesta ricevuta dal Tribunale Nazionale Antidoping. Nell’aprile del 2013 è stata stabilita la squalifica di 3 anni e 6 mesi per l’atleta. Nel dicembre del 2014, ha patteggiato la pena di 8 mesi con una multa di 6mila euro. Nel 2015 la II Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del CONI ha aggiunto altri 3 mesi di squalifica in quanto, il 30 luglio 2012, avrebbe “eluso o si sarebbe rifiutato senza giustificato motivo di sottoporsi al prelievo dei campioni biologici”, chiedendo all’allora fidanzata Carolina Kostner di negare che fosse in casa.

Non ha più potuto prendere alle gare fino al 29 aprile del 2016. Invece, Carolina Kostner è stata squalificata a 1 anni e 4 mesi per complicità. Nel 2015 è tornato ad allenarsi per prendere parte ai giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016. Quando è finita il periodo di squalifica, Alex Schwazer è tornato a gareggiare nella marcia 50 km, l’8 maggio 2016, vincendo. Ma ecco che il 21 giugno 2016 si è diffusa la notizia che lo vedeva positivo attraverso un campione di urine del 1° gennaio 2016. Un test più approfondito ha individuato nelle urine metaboliti di testosterone, confermando nuovamente la positività.

Il suo staff si è difeso facendo notare che il testosterone era talmente in quantità minime che non poteva dare effetti dopanti. Il giorno stesso, Alex i suoi collaboratori hanno definito in conferenza stampa le accuse “false e mostruose”, annunciando una denuncia. Ma l’8 luglio 2016 la IAAF l’ha sospeso in via cautelare, quando anche le controanalisi hanno dato esito positivo al doping. Il suo legale ha fatto ricorso, ritenendo che ci sia stata manipolazione esterna sul campione delle urine.

Nel 2016 è stato respinto il ricorso e Alex Schwazer è stato squalificato per 8 anni. La difesa dell’atleta ha continuato a parlare di presunti interventi di manipolazione. In particolare, tale ipotesi si è fatta ancora più accesa quando nel 2018 le analisi hanno dimostrato un’alta concentrazione di DNA nei campioni di urina risultati positivi. Mentre questo dato è apparso inspiegabile per il perito, la WADA ha riportato che Alex ha sempre avuto valori molto alti di DNA nelle urine.

Il 18 febbraio 2021 il Gip del Tribunale di Bolzano ha disposto l’archiviazione del procedimento penale “per non aver commesso il fatto”. La WADA ha contestato le conclusioni processuali, mentre i legali dell’atleta hanno richiesto la sospensione della squalifica al tribunale federale svizzero, così da permettergli di prendere parte ai Giochi Olimpici di Tokyo. Ma questa richiesta è stata respinta.

Foto in evidenza dal documentario Il caso di Alex Schwazer di Netflix

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