Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione: la storia
Com’è nata la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione? Questo evento cade il 3 ottobre di ogni anno, dopo la tragedia avvenuta a Lampedusa nel 2013. Qui c’è stato il naufragio di un’imbarcazione libica di migranti, che ha causato 360 morti e 20 dispersi. Per via di questi drammatici numeri, è considerata una delle catastrofi marittime più gravi nel Mediterraneo del XXI secolo. In tutti sono salvati 155, tra cui 41 minori, di cui solo uno accompagnato dalla famiglia. Ma vediamo insieme le dinamiche della tragedia di Lampedusa e perché è nata la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.
Come e perché è nata la Giornata della memoria e dell’accoglienza
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Il 3 ottobre si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione o Perché viene celebrata e com’è nata la Giornata della memoria e dell’accoglienza, a seguito della tragedia di Lampedusa. Ciò è accaduto quando il settimanale italiano Espresso ha aperto una raccolta firme dopo la tragedia di Lampedusa per candidare il luogo a ricevere il Nobel per la pace e per riconoscere il 3 ottobre come la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. La Camera dei deputati, il 15 aprile 2015, ha approvato l’istituzione di questo evento. La decisione è stata ratificata dal Senato della Repubblica il 16 marzo 2016.
Tragedia di Lampedusa del 2013: cos’è successo
Il naufragio è avvenuto il 3 ottobre 2013, al largo dell’Isola dei Conigli. L’imbarcazione è salpata dal porto libico di Misurata il 1° ottobre 2013, con migranti di origini etiope ed eritrea. I motori si sono bloccati a quasi mezzo miglio dalle coste di Lampedusa. L’assistente del capitano ha tentato di attirare l’attenzione delle navi vicine usando uno straccio infuocato. I passeggeri si sono spaventati per via del fumo e si sono spostati da un lato, facendo rovesciare l’imbarcazione. Prima di colare, la barca ha girato su se stessa per tre volte. A notare quanto stava accadendo sono state delle imbarcazioni civili, che hanno dato l’allarme e aiutato la maggior parte dei superstiti. Ci sono dei dubbi riguardanti le tempistiche di arrivo dei soccorritori della Guardia costiera.
Tragedia di Lampedusa: numero vittime e sopravvissuti
Il numero dei morti totale è stato rivelato l’11 ottobre del 2013, quando sono stati recuperati tutti i corpi. Ma il numero delle vittime accertate è arrivato il 12 ottobre: 366. Alcuni sopravvissuti hanno rivelato che a bordo c’erano 518 persone. Tenendo conto di 366 vittime e 155 superstiti portano al totale di 521. Potrebbero essere sommati a questo numero ulteriori dispersi. Un superstite, infatti, si è detto convinto del fatto che ci fossero in tutto 545 persone sull’imbarcazione, la cui maggior parte erano eritrei. I corpi identificati e quelli no sono stati seppelliti in diversi cimiteri della Sicilia. Poi a Lampedusa, a fine ottobre, è stata celebrata una cerimonia funebre.
Gli indagati della Tragedia di Lampedusa
Khaled Ben-salam, tunisino di 35 anni e capitano dell’imbarcazione, è stato condannato a 18 anni di carcere, quando il Tribunale di Agrigento il 30 giugno 2015 l’ha dichiarato responsabile di omicidio colposo plurimo. L’uomo si è comunque sempre dichiarato un comune passeggero e non un membro dell’equipaggio. Era stato in precedenza espulso dall’Italia, nel mese di aprile di quello stesso anno. I sopravvissuti sono stati inseriti nel registro degli indagati e accusati di reato di clandestinità, in quanto sono entrati in modo illegale in Italia, secondo le leggi sull’immigrazione attive in quel momento.
Non sono state aperte inchieste o indagini legati a probabili errori o ritardi dei soccorsi. Infine, è stato condannato a 30 anni di prigione Mouhamud Elmi Muhidin, somalo tra i trafficanti che hanno organizzato il viaggio. La sua condanna è arrivata il 13 febbraio del 2015.
Tragedia di Lampedusa: cos’è successo dopo
Mentre in Eritrea è stato vietato dalla dittatura di condivide manifesti funebri delle vittime, il Consiglio dei Ministri in Italia ha proclamato lutto nazionale. Non solo, Giorgio Napolitano – all’epoca Presidente della Repubblica – ha dichiarato di provare vergogna per quanto accaduto e ha aperto gli occhi sulle leggi anti-accoglienza. Intanto il commissario europeo per gli affari interni, Cecilia Malmström, ha chiesto all’Unione Europea di aumentare le attività di ricerca nel Mediterraneo, attraverso i soccorsi e intercettazioni di imbarcazioni di migranti. Sono state tante le critiche sulle leggi in vigore in Italia, come quella Bossi-Fini. Altre polemiche erano legate al fatto che l’Italia non ha celebrato i funerali di Stato per chi è deceduto.
Foto di Víctor Mendoza da Pixabay